
Un’eredità dei guerrieri Hwarang, un rituale che unisce forza e tradizione.
Il Geomdo nasce nei campi di addestramento dei Hwarang, nobili combattenti del regno di Silla, secoli fa. Questi giovani guerrieri non solo padroneggiavano la spada, ma incarnavano valori come lealtà, coraggio e disciplina. La spada era più di un’arma: era simbolo di rettitudine. Con il tempo, il Geomdo si è evoluto, adottando spade di legno o acciaio per l’allenamento, mantenendo però intatta la sua anima antica.
In un dojo a Busan, tra pareti di legno scuro e un tappeto consumato, l’atmosfera respira storia. “La spada è un’estensione del corpo,” sussurra un maestro anziano, seduto su un cuscino logoro. Si pratica con la geom, una spada dritta impugnata con entrambe le mani, ideale per tagli verticali e diagonali. La tecnica richiede equilibrio, concentrazione e controllo del respiro. Le forme, o hyungs, dominano l’allenamento. Il Sip Dan Geom, una sequenza di dieci movimenti, insegna tagli alti e bassi con passi fluidi. Il Bonguk Geom, più difensivo, schiva e contrattacca con rotazioni rapide. Ogni hyung perfeziona la postura e il dan, un taglio netto che spezza il bersaglio.
Competizione e rituale
A Gyeongju, durante un torneo, le spade di legno si incrociano tra grida e applausi. Le tecniche includono il haeryeok, un affondo potente, e il yeol, un taglio circolare, appresi dopo anni di pratica. I colpi risuonano come tamburi antichi, scandendo il ritmo di una danza marziale. A Jeju, durante il Seollal, le spade danzano in sincronia, mentre i Hanbok ondeggiano con eleganza. L’arte diventa spettacolo, ma non perde la sua profondità.
Il Geomdo riflette l’anima della Corea. Ogni fendente evoca campi di battaglia antichi e maestri che insegnavano sotto pini secolari. Tramandare quest’arte diventa un legame con il passato. Le associazioni moderne organizzano gare, ma il cuore del Geomdo pulsa nei dojo tradizionali, dove il silenzio è rispetto e ogni movimento è memoria.
Trasformazione personale
Praticare Geomdo trasforma. Rafforza le braccia, rende agili i piedi e sviluppa una calma interiore sorprendente. Una giovane praticante esegue un dan perfetto su un manichino di paglia. È un’arte per tutti: un anziano esegue un hyung con precisione, mentre bambini ridono provando i primi colpi. Il Geomdo insegna a respirare, a osservare, a reagire con lucidità.
Un’arte da preservare
Tra gli sport moderni, il Geomdo rischia di svanire. Si trova nei dojo o nei festival, ma riceve poca attenzione. Eppure, in Corea, vale la pena fermarsi. Un taglio o una parata rivelano secoli di disciplina. Quel giorno a Seoul resta impresso. Il Geomdo non è solo arte marziale: è la Corea, nobile e viva.